Restauratori, sospesa la procedura di selezione pubblica
Sono state dunque accolte le richieste che CNA ha più volte proposto per la revisione del Codice dei beni culturali e per sospendere e modificare la disciplina di qualificazione che presenta alcune caratteristiche discriminatorie nel riconoscimento delle qualifiche ed alcuni aspetti critici che porterebbero ad una eccessiva chiusura di un mercato fondamentale per il rilancio della nostra economia. La decisione di sospendere il bando viene giudicata positivamente ma non ci si può fermare, poiché è comunque necessaria la qualificazione del settore, CNA è da sempre contraria a sanatorie di sorta ed è dunque, adesso più che mai, utile l’indizione di un tavolo tecnico, con il coinvolgimento delle parti sociali, al fine di rivedere gli aspetti critici della disciplina e giungere, nel breve termine, ad una effettiva riqualificazione del settore. “Le nostre azioni politiche andranno dunque avanti – fa sapere la CNA – per il riconoscimento dei diritti fondamentali delle imprese e delle persone che studiano e lavorano per la tutela e la conservazione del nostro patrimonio, il più importante patrimonio storico-artistico al mondo. Adesso, oltre alla revisione della disciplina a partire dall’art. 182 del codice dei beni culturali, sono necessari maggiori investimenti in un settore finanziariamente depauperato. Non è pensabile che il primo paese per presenza di opere di rilievo culturale (i due terzi del patrimonio mondiale – Fonte Unesco) investa soltanto lo 0,15% del bilancio dello Stato nella tutela e conservazione di queste opere”. CNA chiede dunque, oltre ad un tavolo di discussione con le parti sociali per la revisione dell’intera disciplina, anche maggiori investimenti raddoppiando in due anni la spesa sostenuta nella tutela del nostro patrimonio.
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