Ottantamila artigiani e commercianti in piazza. Ora la politica e le istituzioni devono agire
“Dopo la straordinaria manifestazione organizzata ieri a Roma, che ha visto confluire in piazza del Popolo 80mila artigiani e commercianti da tutta Italia, sarà più difficile per le istituzioni non riconoscere all’artigianato e alle piccole imprese il ruolo politico e sociale che meritano e dovranno tener conto delle nostre ragioni“.– spiega Giovanni Proia presidente della CNA di Frosinone – “Quella di ieri è stata la più grande manifestazione di sempre nella storia delle piccole imprese. La partecipazione ha superato ogni aspettativa e sottolineato il momento di enorme difficoltà che le piccole e piccolissime imprese stanno attraversando. Alla fine non abbiamo manifestato contro nessuno ma per le imprese che non ci sono più, perché questa crisi le ha spazzate via, e per quelle che ogni giorno lottano, tra mille difficoltà, per non chiudere”.
“Che emozione! Questo è un evento storico di cui la politica dovrà tener conto. Da oggi dovrà rispettare il nostro mondo. Sentire le nostre ragioni. Oggi gli invisibili sono diventati visibili perché le ragioni dell’impresa diventino le ragioni dell’Italia”. Così ha esordito il presidente della CNA Nazionale, Daniele Vaccarino, di fronte a 80mila piccoli imprenditori provenienti da tutto il Paese, giunti alla manifestazione indetta da Rete Imprese Italia in una Piazza del Popolo gremita fino al Pincio, a Piazzale Flaminio, a Via del Corso, come da anni, dai tempi della politica di piazza non accadeva più. Vaccarino ha esortato e spronato artigiani e commercianti a non chiudersi in se stessi.
“Oggi si celebra la giornata dell’orgoglio di noi artigiani, commercianti, imprenditori tutti – ha spiegato Vaccarino – l’orgoglio delle nostre associazioni e di Rete Imprese Italia, di chi è sempre dimenticato, di chi è considerato un problema. Ma può costituire un problema il 98 per cento delle imprese italiane? Non è, forse, la soluzione al problema?”.
“Noi non abbiamo perso la speranza – ha continuato il presidente della CNA – abbiamo perso la pazienza. La politica ci ha delusi. Non siamo sereni, siamo incazzati!”. Vaccarino si è quindi idealmente rivolto al presidente del Consiglio incaricato, Matteo Renzi, che è un amante di twitter, rivolgendogli una serie di richieste appunto nella forma della comunicazione sintetica attraverso un nuovo hastag: #noicisiamo.
E allora #noicisiamo, ha cominciato il presidente della CNA, “per ridurre la pressione fiscale a partire dall’Irap, una imposta ingiusta che colpisce il lavoro e chi produce. Perché i capannoni non vengano equiparati alle case di lusso, nei capannoni si produce lavoro”. E ancora, “per combattere la burocrazia: noi siamo un Paese in cui ogni tre giorni hai un adempimento da rispettare, dove per assumere un apprendista sono necessari dodici adempimenti, dove il digitale non riesce a sostituire il cartaceo, dove per tracciare i rifiuti ci si è inventato quel mostro che è il Sistri. Ma non siamo stati certo noi ad aver creato la Terra dei Fuochi. Non sono state certo le imprese che ci sostengono, voi che siete qui, ad aver creato la Terra dei Fuochi!”.
Quindi, Vaccarino è passato alla questione fiscale: “Come mai, ci domandiamo, quando sei debitore, vieni perseguitato da sanzioni, ganasce fiscali e blocco del Durc e invece quando sei creditore non hai nessun diritto? #noicisiamo per chiedere la compensazione tra debiti e crediti con la Pubblica amministrazione”. Secondo il presidente della CNA, “#noicisiamo perché le banche tornino a fare il loro mestiere di dare credito alle imprese e alle famiglie. Perché liberalizzare – ha spiegato – non significhi ridurre i carrozzieri a meri prestatori d’opera delle assicurazioni, perdendo la libertà d’impresa, perché liberalizzare non significhi togliere libertà di scelta ai consumatori. Perché – ha puntualizzato – non crediamo che i giovani non lavorino in quanto sono poco ambiziosi e preferiscono rimanere a casa dei genitori. Noi vogliamo, piuttosto, consentire ai giovani di realizzare le loro ambizioni. Vogliamo che il mondo delle piccole imprese sia il mondo dove i giovani possano entrare e lavorare”.
“Siamo un popolo meraviglioso – ha poi affermato Vaccarino rivolto alla piazza – un grande popolo, dove anche i pensionati si rimboccano le maniche e dispensano il loro sapere. Perché noi siamo il saper fare, noi siamo gli originali del Made in Italy, quelli che tutto il mondo vuol copiare. E anche l’Europa deve tenerne conto, valorizzando le produzioni nazionali, le nostre produzioni. Ora basta con gli sgambetti alle imprese”.
“Non meritiamo tutto quanto ci viene fatto – ha alzato i toni il presidente della CNA – La politica deve rilanciare i consumi e gli investimenti. Allentare il patto di stabilità per realizzare i lavori immediatamente cantierabili, utili a riqualificare il nostro martoriato territorio e i nostri centri urbani. Deve far ripartire gli investimenti privati, consentendo alle imprese la massima flessibilità nell’ammortamento dei beni”.
Avviandosi alla conclusione, prendendo spunto dalla prossima nascita del nuovo esecutivo, Vaccarino ha sottolineato che “Il futuro governo dovrà totalmente cambiare impostazione e proporre un progetto di crescita del Paese. Un progetto costruito sui punti di forza dell’Italia. E noi siamo uno di questi punti, con la capacità di rischiare, di intraprendere, con il nostro saper fare e la nostra creatività. Pretendiamo di essere considerati per il nostro lavoro, le nostre competenze, quanto abbiamo dato e possiamo dare. L’Italia deve ripartire con noi. Noi ci siamo – ha esortato infine Vaccarino gli 80mila imprenditori di Piazza del Popolo – Riprendiamoci il futuro. Insieme”.
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