Manovra economica 2010, ecco le novità per il sistema pensionistico

Andrea CapobassoLegislazione

La manovra economico-finanziaria 2010 introduce una serie di modifiche sostanziali al sistema pensionistico italiano, sia nel pubblico impiego che in quello privato. Ipotizzando che il testo di legge non subisca variazioni lungo l’iter attuativo, queste sono le novità più rilevanti:
1) Addio alla pensione dopo 40 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica. Con l’introduzione della “finestra unica” i lavoratori dipendenti potranno andare in pensione dopo 12 mesi il raggiungimento del requisiti minimi, mentre i lavoratori autonomi dopo 18 mesi. Dunque si andrà in pensione dopo 41 anni di contributi; 2) Raggiunti i 40 anni lavorativi, i contributi previdenziali successivi contribuiscono in maniera infinitesimale ad aumentare la propria pensione;
3) Le pensioni di anzianità e di vecchiaia salgono a 66 anni per gli uomini e 61 anni per le donne;
4) Le rendite d’anzianità dei lavoratori dipendenti passano da quota 96 a 97. Attualmente è possibile andare in pensione già a quota 96 (ad esempio 61 anni di età e 35 anni di contributi previdenziali) mentre dal prossimo anno la quota minima sarà di 97 (ad esempio 63 anni di età e 34 di contribuzione previdenaziale);
5) Le rendite d’anzianità dei lavoratori autonomi sono elevati a quota 98,5. Attualmente è possibile andare in pensione già a quota 96 (ad esempio 61 anni di età e 35 anni di contributi previdenziali) mentre dal prossimo anno la quota minima dei lavoratori autonomi sarà di 98,5 (ad esempio 64 anni di età e 34,5 di contribuzione previdenaziale);
6) La pensione di anzianità delle donne che lavorano nel pubblico impiego sarà elevata da 60 a 65 anni entro il 2016 anzichè il 2018 come inizialmente previsto. Anche a questa categoria sarà comunque applicata la finestra mobile che come abbiamo visto al punto 1) e 2) comporterà un anno di lavoro aggiuntivo senza beneficiare in modo significativo dei contributi pensionistici di quell’anno;
7) Il TFR dei lavoratori pubblici sarà rateizzato in due rate per i buoni uscita da 90 a 150 mila euro e in tre rate oltre i 150 mila euro;
8) Infine dal 1 gennaio 2015 l’età pensionabile sarà legata all’aspettativa di vita media. Ciò significa che maggiore sarà l’aspettativa di vita media in Italia e più tardi si andrà in pensione. L’incremento stimato è di oltre un mese all’anno, ossia ogni anno l’età pensionabile si allungherà di oltre un mese. In base a questo metodo di calcolo si prevede che nel 2024 si andrà in pensione oltre i 67 anni.

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