Equo-compenso, CNA Comunicazione scrive a Bondi

Andrea CapobassoComunicazione e terziario

La CNA Comunicazioni ha inviato una lettera per segnalare al Ministro Bondi alcune inefficienze della legge sull’equo-compenso per i prodotti tecnologici. Questa la versione integrale della lettara: “Egregio Signor Ministro, la nuova versione della legge sull’Equo Compenso introdotta con il Decreto del Ministero dei Beni e delle Attività culturali il 30/12/2009 incomincia a sviluppare i propri effetti nel mercato ICT Italiano. Alle perplessità dei grandi operatori che temono una contrazione del proprio mercato e dei consumatori che vedono un incremento dei prezzi dei beni tecnologici in un momento economicamente difficile, si aggiungono le difficoltà operative ed economiche delle piccole e medie aziende operanti nel settore (il 98%) alle prese con una normativa poco chiara e punitiva. La CNA ha già comunicato le iniziali perplessità al Ministero con lettera del 24 febbraio, ora raccogliendo continue segnalazioni di problematiche e difficoltà dagli operatori del settore segnala i principali punti critici del provvedimento.
Problematiche di principio:

1) La Legge comporta un trasferimento di risorse finanziarie dal settore della produzione e distribuzione di prodotti tecnologici al settore della produzione e distribuzione dell’intrattenimento. E’ una scelta politica di cui il sistema produttivo prende atto e ne giudica le conseguenze di politica industriale.
2) La Legge fa pagare alla collettività degli utenti i comportamenti illegittimi di alcuni singoli.
3) La Legge decide che il puro acquisto di un oggetto ne presupponga un uso illecito. Sono principi che suscitano dubbi e perplessità evidenti e che, inevitabilmente, genereranno possibili contenziosi.
Problemi pratici:
1) La Legge stabilisce una differenza tra uso privato ed uso professionale, il primo gravato dal contributo il secondo no, ma ordina che il pagamento debba essere effettuato dai produttori o distributori originali ovvero all’inizio della catena commerciale dove l’utilizzo finale dei prodotti non è o può non essere definito. Ciò comporta una grande incertezza nell’applicazione e nell’interpretazione.
2) La Legge stabilisce la responsabilità in solido della catena distributiva, un anello è responsabile dell’eventuale mancato pagamento dell’operatore precedente. Le aziende si trovano spesso nell’impossibilità di sapere se il contributo è stato versato. La decorrenza dal 14 gennaio, ha trovato gli operatori impreparati ed, in particolare, proprio le PMI della distribuzione (ICT, fotografi, commercianti ecc.) su cui ricade questa responsabilità, esponendoli a pesanti sanzioni.
3) Gli importi stabiliti sono in valore assoluto in un mercato con una dinamica dei prezzi veloce e storicamente tendente al ribasso, con margini ridottissimi di qualche punto percentuale. Un contributo che attualmente può essere del 10% del prezzo originale è già in partenza superiore al margine di guadagno del venditore e diverrà, nel giro di 12 mesi, il 20% del prezzo; in tre anni supererà il valore del bene.
4)Gli importi sono stabiliti in modo da essere più bassi per i prodotti già assemblati (un computer o un notebook) rispetto al singolo supporto di memoria, ciò comporta una fortissima penalizzazione per gli assemblatori italiani e per i VAR rispetto alle grandi multinazionali. C’è il rischio concreto che vi sia una forte contrazione di un intero settore produttivo.
5) La Legge non specifica come il contributo debba essere trattato nella fatturazione all’interno della catena distributiva fino allo scontrino rilasciato all’utente finale (che potrebbe richiederla per dimostrare di aver pagato il diritto) creando confusione e costi amministrativi.
Richieste:
Per tutte queste ragioni CNA Comunicazione e Terziario Avanzato chiede al Ministero da Lei guidato la moratoria immediata dell’applicazione della Legge e la contemporanea convocazione del tavolo tecnico previsto nell’articolo 5 con il coinvolgimento delle Associazioni delle Piccole e Medie imprese Italiane”.

 

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