CNA: serve un contratto unico per l’artigianato

Andrea CapobassoCna Nazionale

“Serve un contratto unico dell’artigianato, che oggi è suddiviso in nove aree contrattuali”. Lo ha affermato il segretario generale della CNA, Sergio Silvestrini (nella foto), aprendo il convegno “Imprese e lavoro. Un nuovo sistema di relazioni a sostegno della crescita economica e sociale”, che si è svolto a Roma. All’iniziativa hanno preso parte il ministro delle Politiche sociali Maurizio Sacconi, Pietro Ichino della Commissione Lavoro del Senato, l’onorevole Beatrice Lorenzin della Commissione Affari Costituzionali e il presidente nazionale della CNA Ivan Malavasi. “Ci candidiamo – ha aggiunto Silvestrini – a sottoscrivere il contratto dell’industria, in quanto rappresentiamo, fra l’altro, anche 20 mila imprese industriali che danno lavoro a circa 300 mila dipendenti”. La strada, ha concluso, “è di spostare il baricentro del contratto dal ‘nazionale’ al territorio, garantendo il livello nazionale, regole di sistema e adeguamento salariale all’inflazione, mentre il livello territoriale avrà il compito di distribuire la ricchezza riconoscendo la produttività e la flessibilità”. Nel corso del convegno il ministro Sacconi ha annunciato di voler “presentare entro dicembre lo ‘Statuto dei lavori’ e avere l’avviso comune dalle parti sociali per quanto riguarda la semplificazione e i cambiamenti sulla regolazione del lavoro”. “Spero – ha aggiunto Sacconi- che quella parte di norme non attinenti ai diritti fondamentali possano essere derogate dai contratti aziendali e territoriali”. Concludendo i lavori, il presidente nazionale di CNA Ivan Malavasi, ha ribadito come “il settore dell’artigianato e della piccola e media impresa ha fatto da sempre della flessibilità un elemento di vantaggio, introducendo elementi di innovazione, nella contrattazione a livello territoriale, in termini di valore, di reddito e di scambi di opportunità”.

Leggi la relazione di Sergio Silvestrini (Segretario Generale della CNA)

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